I colori del Pride: intervista agli albergatori della comunità LGBTQ

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Il turismo LGBTQ potrebbe sembrare un fenomeno nuovo, ma non è così. Infatti, si può dire che ebbe inizio quando Hanns Ebensten, considerato il padre del turismo gay, fondò l’agenzia di viaggi He Travel e organizzò la prima escursione riservata a questa clientela nel 1973, con un tour del Grand Canyon.

Giugno è il mese del Pride, un periodo in cui si celebrano ufficialmente l’orgoglio e i successi della comunità LGBTQ, ricordando anche gli ostacoli e i problemi che persistono in varie società di tutto il mondo. In occasione del Pride abbiamo intervistato alcuni albergatori della comunità LGBTQ, per conoscere la loro opinione su questo segmento di viaggiatori che è cresciuto moltissimo negli ultimi 50 anni.

Avrai la possibilità di conoscere Pedro e Diego, i proprietari della struttura Il Segreto di Pietrafitta. La coppia ha ristrutturato un’antica casa colonica del XVI secolo situata tra le dolci colline toscane, con lo scopo di creare molto di più di un semplice hotel: volevano un luogo dove gli ospiti potessero sentirsi come a casa di amici.

Ti presentiamo anche Fabrice e Fabio, che si sono lasciati alle spalle il traffico di Parigi per trasferirsi sotto il sole della Costa Azzurra e aprire una strutura ricettiva indipendente. Con la loro inventiva hanno trasformato un edificio dei primi del ‘900 in un vero e proprio gioiello neo-industriale: l’Arome Hotel Nice.

Infine, intervisteremo Roger, il direttore generale dell’Hotel Deutsche Eiche, una vera istituzione nella famosa scena artistica e gay di Monaco di Baviera. La struttura originale risale al 1928, ma è nel 1993 che i nuovi proprietari, Dietmar e Sepp, hanno saputo elevare la reputazione dell’hotel con la loro professionalità.


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Cosa vi ha spinto a diventare albergatori?

Pedro e Diego: Il desiderio di conoscere culture diverse, la predisposizione naturale all’accoglienza e l’amore per l’Italia sono alla base della nostra decisione di avviare questa attività. Dedichiamo anima e corpo al nostro lavoro e gli ospiti se ne accorgono non appena mettono piede nel nostro agriturismo. Vogliamo offrire loro la possibilità di trascorrere un soggiorno indimenticabile in Toscana e regalargli una vacanza rilassante e rigenerante.

Fabrice e Fabio: Per noi è fondamentale il contatto umano. Quando abbiamo deciso di dedicarci all’attività alberghiera, avevamo entrambi alle spalle una lunga carriera professionale, che ci aveva permesso di relazionarci con persone di nazionalità e culture diverse nell’ambito dei rispettivi settori (Fabrice nelle risorse umane e Fabio nel turismo proveniente dall’estero). Grazie alla nostra esperienza, possiamo integrare le nostre competenze in tutte le varie sfacettature della gestione alberghiera, dalle normative alla fornitura e alla gestione del personale, fino alla soddisfazione degli ospiti.

Roger: Lavoravo in banca ma non ero soddisfatto, perché i servizi dell’industria finanziaria sono intangibili. Cercavo un settore dove poter utilizzare le mie conoscenze nei campi dell’economia, della finanza e del marketing in modo più pratico. Ho sempre pensato che l’ospitalità fosse un settore interessante e i viaggi sono la mia passione. Così, poco più di dieci anni fa, sono passato dalla finanza pura alla gestione alberghiera, nonostante gli stipendi siano generalmente più bassi.

Ora sono felice di avere la possibilità di interagire quotidianamente con le persone e di combinare empatia e intelligenza per risolvere i problemi.

Pedro e Diego della struttura Il Segreto di Pietrafitta

Quali sono le sfide principali per un albergatore, in particolare all’interno della comunità LGBTQ?

Pedro e Diego: Prima di tutto dobbiamo menzionare le caratteristiche essenziali di un buon albergatore: empatia, pazienza ed elasticità mentale. Gli ospiti sono tutti diversi e ognuno di loro ha un bagaglio culturale unico. Come albergatori, sta a noi decifrare i desideri dei nostri ospiti, per offrire loro un soggiorno indimenticabile e adatto alle loro esigenze. Per gli albergatori della comunità LGBTQ, la cosa più importante è essere persone autentiche, anche nel lavoro. Siamo una coppia sposata che lavora insieme ogni giorno, e i nostri ospiti se ne rendono conto quando arrivano nel nostro hotel. Come qualsiasi altra persona, dobbiamo essere noi stessi.

Fabrice e Fabio: Per noi, la sfida principale è la necessità di offrire sempre un servizio impeccabile e garantire il rispetto a tutte le tipologie di ospiti, senza eccezioni.

Roger: Conciliare lavoro e vita privata è la principale difficoltà per chi ricopre un ruolo dirigenziale: non hanno ferie né fine settimana liberi, e raramente possono concedersi un giorno di riposo. La mia sfida principale è proseguire il mio dottorato nonostante gli impegni di lavoro. Quando gestisci un’impresa famigliare o un hotel di piccole dimensioni, devi metterci forza fisica ed energia, perché non trascorri la giornata in un ufficio. Se sei sempre alla scrivania, stai sbagliando, perché è importante interagire con gli ospiti e i dipendenti. Questo non è un settore adatto a chi preferisce rinchiudersi in una torre d’avorio.

Quali tendenze hai riscontrato tra i viaggiatori LGBTQ?

Pedro e Diego: I viaggiatori di oggi sono ben informati, sanno esattamente cosa vogliono e spesso prenotano le loro vacanze con mesi o anni di anticipo. I viaggiatori LGBTQ scelgono attentamente dove alloggiare, per assicurarsi che l’hotel che prenotano sia un posto dove vivere in modo autentico, sentirsi a proprio agio e rilassarsi in coppia o in famiglia, evitando situazioni scomode o spiacevoli. Tutti i viaggiatori vogliono rilassarsi e godersi le vacanze in serenità. Per questo è indispensabile trovarsi in un contesto privo di qualunque pregiudizio. Dovrebbe essere una condizione scontata al giorno d’oggi, ma purtroppo non è così.

Fabrice e Fabio: Abbiamo notato che i nostri ospiti considerano i tour enogastronomici un po’ troppo turistici. Così, quando ci chiedono dove possono gustare l’ottima cucina francese a Nizza, consigliamo sempre i ristoranti che frequentiamo anche noi. Inoltre, in tutte le camere offriamo una guida Escufignous con una lista dei migliori ristoranti della città. Sappiamo che gli ospiti apprezzano molto i nostri consigli.

Roger: Ho notato diverse tendenze. Prima di tutto, i viaggiatori LGBTQ non vogliono isolarsi dal resto della società, come avveniva in passato. Inoltre, gran parte della scena LGBTQ è ora su internet, perché molte città hanno registrato una diminuzione nel numero di locali e discoteche riservate alla clientela gay. Esistono comunque alcune destinazioni specializzate, ad esempio le spiagge europee più apprezzate da questa comunità e la città di Berlino, che riescono ad attirare comunque la clientela LGBTQ con offerte sugli eventi e sull’intrattenimento.

Fabrice e Fabio dell’Arome Hotel Nice

Cosa consiglieresti ai gestori di un hotel LGBTQ-friendly che desiderano promuovere la loro struttura presso questa clientela?

Pedro e Diego: Possiamo consigliare solo una cosa: l’autenticità. In questo settore è fondamentale amare l’ospitalità e provare curiosità verso il mondo. Gli albergatori devono aprire le porte della loro struttura e assicurare a tutti gli ospiti lo stesso trattamento, senza alcuna distinzione. Se i proprietari fanno parte della comunità LGBTQ, consigliamo loro di essere autentici, sia nel lavoro, sia sui canali digitali come i social media. Essere se stessi è la migliore strategia promozionale. E chi semina amore, raccoglie felicità.

Fabrice e Fabio: Consigliamo di adottare un atteggiamento aperto e spontaneo e di evitare gli stereotipi negativi che possono offendere gli ospiti LGBTQ.

Roger: Gestire una struttura LGBTQ-friendly richiede molto di più che un adesivo o una bandiera arcobaleno all’ingresso. Bisogna conoscere questo segmento di mercato e rispettare i suoi valori.

Ho assistito a vari tentativi disperati da parte delle catene alberghiere internazionali di mostrare apertura verso la diversità, ma era evidente che volevano soltanto attirare prenotazioni LGBTQ, senza sostenere i valori della comunità o assicurare una formazione adeguata al personale. Se un addetto alla reception, ad esempio in un paese meno tollerante, fa sentire a disagio una coppia di ospiti dello stesso sesso, la catena può aver speso anche milioni di dollari in marketing, ma non sarà servito a nulla.


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Quali vostre strategie di marketing hanno avuto successo con le persone LGBTQ?

Pedro e Diego: A rischio di sembrare ripetitivi, il nostro segreto è quello di essere noi stessi. Nei nostri canali di marketing (sito, piattaforme di prenotazione, social media) ci presentiamo sempre in modo trasparente e autentico. Così facendo, attiriamo naturalmente le persone con una mentalità simile alla nostra.

Nel caso di una struttura boutique come la nostra, crediamo che sia importante farci conoscere dai nostri ospiti, perché quando arrivano da noi vogliamo che si sentano a casa. Ogni angolo della nostra struttura riflette chi siamo e i valori che vogliamo trasmettere agli ospiti. Per noi questa è la migliore strategia di marketing possibile.

Fabrice e Fabio: I nostri ospiti apprezzano un servizio personalizzato, quindi cerchiamo di offrirgli un’esperienza su misura dal momento della prenotazione a quello del check-out. Ad esempio, appena riceviamo una prenotazione, inviamo un’e-mail di conferma e chiediamo agli ospiti a che ora prevedono di arrivare e con quale mezzo di trasporto. In base alla risposta, consigliamo loro il modo più facile e veloce per raggiungere il nostro hotel. L’arrivo e la partenza creano sempre un po’ di stress per chi viaggia, ecco perché ci impegniamo ad aiutarli a evitare le situazioni spiacevoli.

Quando gli ospiti arrivano, diamo loro il benvenuto in modo personalizzato, per farli sentire a casa. E offriamo dei consigli sulle attrazioni meno note della città, che altri turisti non conoscono. In questo modo, i nostri ospiti possono scoprire Nizza come se fossero del posto.

Roger: È importante parlare la stessa lingua degli ospiti e scoprire i loro interessi. Valgono le stesse regole che puoi applicare a qualunque altro segmento del mercato: devi conoscere i tuoi clienti e la diversità all’interno della comunità. Se parli con loro in modo poco naturale, i tuoi ospiti se ne accorgeranno.

Sepp, Roger e Dietmar dell’Hotel Deutsche Eiche

Cosa prevedi per il futuro dei viaggi LGBTQ?

Pedro e Diego: Pensiamo che il turismo LGBTQ abbia un potenziale di crescita enorme, specialmente ora, perché i viaggi sono una delle attività di cui tutti hanno sentito di più la mancanza durante il lockdown. Viaggiare è un piacere, ecco perché scegliere la sistemazione giusta è fondamentale per una vacanza ben riuscita. Le persone LGBTQ vogliono sentirsi ben accolte e coccolate dalla struttura che scelgono, anche più degli altri viaggiatori.

Sfruttando gli strumenti digitali disponibili, vogliono avere la certezza di prenotare una struttura adatta alle loro esigenze, che possa regalargli una vacanza indimenticabile. Tutti i viaggiatori devono sentirsi felici, rilassati e liberi di essere se stessi.

Fabrice e Fabio: Gli albergatori devono considerare che ci sono sempre più famiglie LGBTQ. Devono prepararsi ad accogliere queste persone a braccia aperte e a farle sentire le benvenute nella loro struttura.

Roger: L’aumento degli stipendi e della ricchezza in molte parti del mondo, come l’Asia meridionale e orientale, l’Europa orientale e i paesi arabi, ha creato un flusso costante di nuovi turisti LGBTQ. Infatti, abbiamo notato che alcuni dei viaggiatori LGBTQ più entusiasti, sebbene non necessariamente più ricchi, provengono da paesi omofobici, per cui queste persone non vedono l’ora di godersi le libertà tipiche dei paesi occidentali.

Sono ottimista per il futuro dei viaggi LGBTQ, ma mi preoccupano i nuovi bigotti che per ragioni politiche e religiose stanno cercando di reprimere o limitare i diritti umani fondamentali in molti paesi, oltre a promuovere delle misure di stampo fascista. Dobbiamo contrastare in modo consapevole queste tendenze e sostenere i diritti LGBTQ. L’atteggiamento più aperto e rilassato delle nuove generazioni è comunque un motivo per essere ottimisti. Penso che vedremo un numero crescente di viaggiatori LGBTQ provenienti dai paesi in via di sviluppo, il che sarà sicuramente a vantaggio delle strutture ricettive.

Foto di Jose Pablo Garcia su Unsplash.

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